La Sartiglia di Oristano

La Storia

La Sartiglia di Oristano fu istituita nell'anno 1543 ad opera di un canonico arborense, tale Giovanni Dessì, che per porre fine alle sanguinose risse tra arborensi e soldati aragonesi che culminavano in occasione del carnevale, diede in dono al Gremio dei Contadini un terreno di sua proprietà. Dai redditi prodotti dal terreno, l'antica corporazione doveva trarre i denari per organizzare la Giostra. Ma non esistono documenti che provino l'esistenza del canonico Giovanni Dessì.

Giuseppe "Peppetto" Pau nel suo libro "Sa Sartiglia di Oristano", confronta gli scritti di Felice Cherchi Paba e di Raimondo Bonu che attribuiscono al Canonico Dessì la "paternità" della Sartiglia pur non fornendo fonti certe né sul lascito né sull'esistenza del prelato, concludendo che "non avendo mai visto quel documento (il lascito) non ero troppo propenso a credere nella sua esistenza", ma aggiunge che dopo questa sua affermazione durante una trasmissione televisiva, Raimondo Bonu gli inviò un messaggio che diceva sostanzialmente "ma il documento c'è".

La morte di Raimondo Bonu non permise a Peppetto Pau di continuare le ricerche, ma una sorpresa la riservò la lettura del registro delle deliberazioni del Gremio di San Giovanni dove sta scritto di una permuta tra la Società dei Contadini di Oristano e i commercianti e proprietari Melchiorre e Raffaele Mameli di Oristano: l'oggetto della permuta è il chiuso "detto canonico Dessì posto in territorio di Oristano" contro "i due chiusi posti uno nel luogo detto Su Cungiau Nou e l'altro in Is Pastureddas

 

La Candelora

La festa liturgica più importante che ricorre nel mese di febbraio è indubbiamente quella della Presentazione di Gesù al Tempio. Anticamente era celebrata il primo gennaio, insieme alla festa della circoncisione; infatti nella messa di capodanno veniva proclamato il brano evangelico che riporta entrambi questi episodi delle prime settimane di vita del Signore. "Luce per illuminare le genti" (Lc 2,32).

Il 2 febbraio è per gli oristanesi un giorno importante. Is Oberaius Majoris del Gremio dei Contadini e il Majorale en Cabo del Gremio dei Falegnami nominano ufficialmente i rispettivi Componidoris che dovranno guidare la ormai prossima Sartiglia. Alle prime luci dell'alba i membri del Gremio dei Contadini si ritrovano nella chiesa di San Giovanni dei Fiori per assistere alla messa nel corso della quale verranno benedette le candele recanti l'effigie di San Giovanni Battista.

Conclusa la celebrazione il Gremio si reca in casa de s'Oberaiu 'e Bandera (Oberaiu Majore a cui è affidata la custodia della bandiera) per consumare le tradizionale e lauta colazione e per definire gli ultimi dettagli circa la consegna dei ceri benedetti. Finita la colazione Is Oberaius fissano l'appuntamento per il ritrovo a mezzogiorno davanti alla casa de Su Componidori. Nel corso della mattinata i membri del Gremio vanno a portare le candele alle autorità e a quelle persone che sono legate al Gremio e che aspettano questo prezioso dono: intanto fervono i preparativi

Il Bando

Il banditore prepara il suo cavallo: di lì a poco percorrerà l'antico percorso della città giudicale per ordinare l'esecuzione di "una laudabile giostra ovvero Sartillia". Sono da poco passate le 10 del mattino e l'araldo accompagnato dai tamburini e trombettieri concluderà il bando di fronte al Palazzo Colonna, sede del Comune di Oristano: l'emozione è forte, rullano i tamburi e squillano le trombe, la voce è tremula. Il primo atto della Sartiglia si sta per compiere……

 

E si ettada unu bandu

Amadu Populu de Aristanis,

siat a tottus notoriu chi

Pro Sa Gracia

De Deo Sindigu de Aristanis,

Conti de Goceano,

Bisconti di Basso,

Volendo provvediri

Ass'utili e nobili

divertimentu de tuttus sos

fidelis subytos nostros

e de totas sas

Curadorias de Sardynia

habemos deliberadu

de faghere,

segundu s'antiga costumanza,

e pro tanto

ORDINAMUS

Si fazzat una laudabile giostra,

ovvero Sartillia, tra donnos,

donnicellos, lieros

e mannos hommines

Sa prova de ispada e de lanza,

ovveru de vara aragonesa

s'hat a tenner oe (dominiga e martis)

de Carrasegare a denante

sa seu de Santa Maria

nostra protettora,

e hat a essere prinzipiada a s'ora terza

de Nostro Signore,

a cumandu e ordini de su

Mastru Componidore,

dae Nos destinadu

ORDINAMUS

chi su binchidore siat alloradu et s'appat

su premiu de manu de Nos Sindigu

sia custa a tottus notoriu.

 

Su Compunidori

Il prescelto è pronto: è stata una notte di sabato diversa dalle altre. La tensione, l'improvvisa insonnia, le lancette fluorescenti della sveglia sopra il comodino sembrava non si muovessero. I pensieri che si accavallano nella mente di un essere umano che per un giorno diventerà un semidio, re e padrone della città. La prima emozione l'aveva provata quando durante una fredda e piovosa serata di un autunno che non si decideva a divenire inverno, aspettando il solito varietà riciclato in prima serata udì uno strano glinglong del campanello.

Non era il solito suono – pensò – c'è qualcosa di diverso, di importante. Guardò dalla finestra. Tre uomini infreddoliti aspettavano fuori. Tre facce che non riconnobbe subito, poi tutto d'un tratto un brivido. Chiamò la moglie, una, due volte. Pensò alla prima grande gioia della sua vita, alla nascita del figlio. Poi vide il padre che sarebbe stato orgoglioso di lui. Quando s'affacciò sull'uscio e sentì quelle parole pronunciate da quell'uomo, il più anziano dei tre, quelle parole rimbombarono nelle sue orecchie e ammosciarono immediatamente le sue gambe.

Riuscì a stento a trattenere le lacrime, ma pianse dopo abbracciato alla sua donna… Il prescelto si presenta nel luogo della vestizione a mezzogiorno. Indossa una maglietta di cotone, i pantaloni e gli stivali da cavallerizzo.

 

I Gremi

I Gremi in Sardegna nascono durante la dominazione aragonese, e in origine sono chiamati con il nome di "maestranza" , oppure "Offici" o "Confraria" o anche "Germanidad". Solo a partire dal secolo XVIII è attestato il nome "Gremio", ancora oggi utilizzato, che deriva dall'espressione "in gremio", il mettersi "in grembo", sotto la protezione di uno o più Santi Patroni.

Ad Oristano fino alla prima metà del XIX secolo, operavano ben sette Gremi: Muratori, Scarpari, Ferrari, Falegnami, Figoli, Sarti e Contadini. Ancora oggi esistono e sono comunemente chiamate Gremi, la Società dei Muratori di Santa Lucia, la Società dei Falegnami di San Giuseppe e la Società dei Contadini di San Giovanni Battista. Circa la nascita e la storia del Gremio dei Contadini si sa ben poco, il Gremio possiede alcuni documenti che attestano la sua esistenza nel 1700, e libri di verbali riguardanti la nomina de is Oberaius Majoris (i presidenti),

massime autorità del Gremio, che partono dalla seconda metà del 1800.

Il Gremio dei Falegnami nacque sotto la bandiera dei protettori e Patroni Santi Giuseppe e Luca ed era composto da tutti coloro che in qualche modo avevano a che fare con la lavorazione del legno: carrai, tornitori, intagliatori, chitarrai, costruttori di barche e molini, ed altri, che erano detti appunto artieri del legno. Il gremio dei falegnami si riuniva nella propria sede, o oratorio, ed ogni assemblea si svolgeva alla presenza del Vicario Regio e dell'Assistente Ecclesiastico; quest'ultimo presenzia tutt'oggi alle assemblee generali.

 

La Corsa alle Stelle

Lungo la Via Vittorio Emanuele e fin tutta la Via Duomo è accalcata tantissima gente che aspetta l'arrivo del variopinto corteo dei cavalieri. Si sentono echi lontani di tamburi e trombe, ed ecco apparire i figuranti della corte di Eleonora che indossano fantasiosi quanto anacronistici costumi frutto di azzardate ricostruzioni pseudo-storiche, capeggiati da una giovane amazzone che impersona la Giudicessa d'Arborea.

Il corteo continua con i bei costumi sardi della Città di Oristano: l'uomo col costume da festa e da fatica, la donna con il vestito da sposa e tantissimi bambini che indossano gli indumenti che furono dei loro avi. Trombettieri e tamburini precedono le massaieddas, sa massaia manna e i componenti del Gremio che portano gli "arnesi" per la corsa alla stella: le spade, su stoccu, il nastro verde e le stelle.

Trombettieri e tamburini precedono le massaieddas, sa massaia manna e i componenti del Gremio che portano gli "arnesi" per la corsa alla stella: le spade, su stoccu, il nastro verde e le stelle. Su Componidori con su Segundu e su Terzu precedono gli altri cavalieri in pariglie di tre che indossano variopinti costumi della Sardegna o della Spagna medioevale con i cavalli bardati con splendide rosette.

 

La Vestizione

A mezzogiorno, accompagnato dai tamburini e trombettieri e dal Gremio al gran completo, su Componidori arriva nel luogo designato per la vestizione: da lì a poco mani esperte di giovani donne lo trasformeranno in un semidio "senza gioia né dolore né sesso". Su Componidori si presenta con una maglietta bianca, pantaloni e stivali in cuoio da cavallerizzo. "Un tempo su Componidori doveva presentarsi puro alla competizione e pertanto il giorno stesso o il giorno precedente doveva confessarsi e ricevere l'eucaristia. Oggi questo fattore non trova eco nel rituale della Sartiglia.

E' pure fuor di dubbio che quanto si sussurrava un tempo non corrispondesse a verità: le massaieddas che assistevano sa massaia manna nella vestizione de su Componidori dovevano essere vergini. A prescindere dal fatto che mai, nel passato, queste fanciulle sono state sottoposte a visita medica, sta di fatto che si è sempre attribuito alla verginità un carattere sacrale per cui si presuppone almeno che, vergini o non vergini, per quel giorno siano caste. Certo non è mai stata una donna in stato di gravidanza la solerte direttrice della vestizione". (Peppetto Pau, La Sartiglia di Oristano, edizioni Giovanni Corrias)

Inizia la vestizione: il capo corsa sale sopra "sa mesitta", un tavolo dove trova posto una sedia nella quale prenderà posto su Componidori. "Is massaieddas" presentano lentamente il primo indumento: i tamburi e le trombe rendono omaggio alla candida camicia ricamata che viene indossata da su Componidori.

 

Le Pariglie

"La parilla è di schietta origine aragonese come la Espanilla, la Sequidilla, ovvero, giochi equestri che gli iberi appresero dagli arabi. Se tanta rinomanza hanno acquisito i cosacchi come spericolati giocolieri sulla sella dei cavalli in corsa, non minore perizia hanno sempre dimostrato i sardi a cavallo mettendo i brividi e facendo accapponare la pelle. Una serie di impensati esercizi vengono eseguiti sotto l'attonita e ammutolita folla che, con l'animo sospeso, segue gli spericolati esercizi" Felice Cherchi Paba

Una volta impartita la benedizione con "sa remada" nella Via Duomo, su Componidori e l'esercito dei cavalieri attraversano il centro storico di Oristano dirigendosi verso la Via Mazzini, teatro dell'ultimo atto della Sartiglia. L'onore e l'onere di aprire la corsa a pariglie spetta alla triade de su Componidori, al quale è concesso di non eseguire nessuna acrobazia: lanciati i cavalli al galoppo sfrenato, il capo corsa lascia le redini per abbracciare i fidati compagni.

La folla applaude al passaggio del semidio e attende gli altri cavalieri in un atmosfera di silenzio irreale, squarciata dai tamburi e dalle trombe che annunciano l'imminente partenza di un'altra pariglia. L'adrenalina sale alle stelle, la concentrazione al massimo, la perfetta sincronia con i cavalli permette ai cavalieri di eseguire spericolati e spettacolari numeri funambolici. C'è chi propone il "tre su tre", chi si spoglia tenendo le redini in bocca, chi compone il "ponte" sdraiandosi sulle spalle dei propri compagni, chi i "laterali in piedi", chi esegue la piramide umana salendo sulle spalle dei compagni.

 

Le Stelle

La stella che oggi migliaia di persone ammirano penzolante dal nastro verde in "sa seu de Santa Maria" ha una sua propria affascinante leggenda. Il "vecchio" anello sopravvisse fin dal 1543, finchè un abile "lattarraneri" (stagnino), che teneva bottega nella Via Mazzini, in "sa pesada 'e Portixedda", inventò la stella. Ezechiele Urpis, subentrato a Maistu Busciucca (il primo lattarraneri che introdusse il gancetto saldato all'anello al posto del sottile filo di lana), forgiò la prima stella della Sartiglia perché aveva capito come il bersaglio

Ezechiele Urpis, subentrato a Maistu Busciucca (il primo lattarraneri che introdusse il gancetto saldato all'anello al posto del sottile filo di lana), forgiò la prima stella della Sartiglia perché aveva capito come il bersaglio più congeniale fosse il raggio di un anello forgiato a mò di stella. La prima stella aveva un raggio di 8 centimetri e un foro centrale largo quanto un cece. Immaginate quanto poteva essere difficoltoso centrare il bersaglio in sella ad un cavallo lanciato al galoppo: impossibile o quasi senza che il cavaliere avesse una grande abilità ed una grossa dose di sors, fortuna, che ci riporta alle origini del termine Sartiglia.

Nel corso degli anni abbiamo notizia di stelle a cinque, sei e otto punte; una stella ad otto punte è stata utilizzata durante la Sartiglia del 1976, Componidori Enrico Fiori. Le dimensioni della prima stella rimasero tali finchè la Pro Loco nel 1955 non decise di "dilatare" il foro centrale e, conseguentemente allargare il diametro esterno, per rendere la corsa alla stella più esaltante e più ricca di spettacolarità.

 

La Svestizione

Terminata la corsa a pariglie il corteo del Componidori si ricompone e, al rullo dei tamburi, si avvia alla casa del Majorale dove il Componidori entra, sempre a cavallo, si approssima al tavolo e scende da sella tra gli auguri e le congratulazioni dei presenti.

E qui si da la stura alle bottiglie e la vernaccia comincia, a corsa ultimata, e senza pericoli, a circolare con le corbule di zippole, a caraffe, bottiglie, fiaschi, e la grande festa ha inizio che perdurerà per tutta la notte, fino all'alba.

Il rito della svestizione, eseguito dalle stesse ragazze della vestizione, ricorda moltissimo le tradizioni nei tornei medioevali, dove il vincitore del torneo veniva accolto dal principe con tutti i partecipanti alla competizione e dagli invitati, sedendo al posto d'onore dove veniva servito dalle stesse dame e damigelle, e i menestrelli ne cantavano le lodi; cerimonia questa pressochè identica a quella riservata al Componidori quando rientra dalla Sartiglia ed è invitato e servito al gran cenone.

E questa identità di cerimonie documenta ancora una volta, ove ve ne fosse bisogno, l'antica origine medioevale della Sartiglia.