Stilicone nel Tesoro di Monza

Era una consuetudine diffusa nel corso del IV secolo regalare agli alti funzionari di corte, in occasione dell'assunzione di una carica, un dittico decorato con l'immagine dell'imperatore o dei consoli. Questo oggetto, formato da due tavolette di legno o d'avorio unite da una cerniera - in origine veniva utilizzato, spalmandolo di cera, per scrivere, poi per diffondere i decreti imperiali "dittici codicillari" - impreziosito di decori a intaglio, acquistò un valore simbolico così particolare, che per un certo periodo una legge lo destinò esclusivamente ai consoli.

Il dittico di Stilicone, è fra gli avori più preziosi e raffinati prodotti nell’Italia settentrionale agli albori del V° secolo. Fu donato al Tesoro del Duomo di Monza dal re Berengario intorno al 900. d.C.

Il Dittico di Stilicone, appartenente al Tesoro del Duomo di Monza, è uno dei più squisiti esempi di questo genere di manufatti. Stilicone, generale e uomo politico assai influente alla corte del giovane imperatore Onorio, è qui ritratto accanto alla moglie Serena.

Entrambi in posa frontale, marziale Stilicone, aggraziata e nobile la sposa, al cui fianco compare il figlio Eucherio che tiene in mano il dittico ricevuto per la nomina a notaio, avvenuta nel 395. È lui il festeggiato di questo gruppo familiare, incorniciato da una delicata struttura architettonica che, in un'aura di pacata solennità, vicina a certe immagini sacre, ne sottolinea il prestigio politico e sociale: in accordo con la propaganda imperiale, l'arte del tempo diffonde infatti l'immagine ideale di un governo che opera in nome di Dio per la salvezza degli uomini.

Prodotto con ogni probabilità a Milano intorno al 400 d.C., proviene da un ambiente culturale rivolto al periodo aureo della storia e dell'arte di Roma, sulle orme della restauratio voluta da Teodosio in un'epoca di incertezze e di insanabili dissidi politici e religiosi. Nei volti composti, nell'accurato panneggio riccamente drappeggiato, in generale nel finissimo lavoro di intaglio si avverte l'eco di una forma classica che ritorna in altri esemplari di arte aulica del periodo: gemme, cammei, argenti.

L'ignoto artista del Dittico ha celebrato Stilicone secondo il gusto del tempo in un meraviglioso gioiello; e potremmo aggiungere che allo stesso modo Claudiano, recitando per l'esigente e compiaciuto pubblico di corte, cantava le gesta del generale in brevi poemi espliciti nell'encomio e di straordinaria raffinatezza. Stilicone vi compare come l'ultimo eroe romano, prossimo agli dei, baluardo contro i barbari dilaganti.

Ma a nulla varrà il glorioso servizio reso all'impero: nel 408 d.C viene decapitato per volere di Onorio. Due anni dopo Roma è cinta d'assedio dai Visigoti mentre la storia dell'Impero d'Occidente sta volgendo al tramonto.