Si è svolta con un grande successo di pubblico e critica, e, lo testimoniano i numerosi articoli che i giornali sardi e lombari hanno dedicato alla mostra etnica:

"Dall’Ago Nuragico alla Sperada Lombarda"

organizzata dal Circolo Sardegna di Vimercate - Concorezzo e Monza (MI).

La mostra inaugurata martedì 16 settembre 2003 alle ore 18, presso le sale del Palazzo Arcais di Oristano, con la presenza di: il vice Presidente della provincia di Oristano Gianni Solinas, il vice presidente del'associazione di arte etnica sarda "Arrastos" Giorgio Masili, la responsabile dell'ufficio cultura del comune di Concorezzo D.ssa Irina Gerosa e il rappresentante del Cenacolo dei poeti ed artisti di Monza e Brianza. Franco Langè.

La mostra della "Sperada" è stata illustrata con 25 foto, immagini, dipinti e gigantografie digitali, e due preziosissime sperade del XIX° secolo, gentilmente prestate per l’occasione dal Museo "Carlo Verri" di Biassono.

Nel salone adiacente si potevano ammirare oltre 50 opere di artisti sardi e lombardi, in un connubio culturale molto apprezzato dalle autorità e dal numeroso pubblico presente,

La mostra si è conclusa Domenica 21 settembre 2003, con una eccezionale affluenza di pubblico proveniente da tutta la Sardegna e da tutta Italia, in considerazione del quale è stato opportuno effettuare venerdì 19 e sabato 20 settembre un apertura straordinaria della mostra con orario continuato fino alle ore 24,00.

Palazzo Arcais

L’inizio della costruzione di palazzo Arcais risale alla seconda metà del settecento ad opera di Francesco Maria Nurra, cavaliere di re Carlo Emanuele III, funzionario di alto grado e molto influente dello stato piemontese.

Fu il figlio Damiano, marchese di Arcais, nel 1767 a consacrare la sede della casata Arcais nel bellissimo edificio nel corso Umberto. L’architetto piemontese Giuseppe Viana negli anni successivi rifece il palazzo in molte sue parti; lo stile attuale ricalca proprio quello di Viana che operò parecchio in Sardegna, a Oristano, sua la chiesa del Carmine e la cappella del seminario arcivescovile.

Il palazzo Arcais si sviluppa su tre piani attorno a un perno centrale; che gli esperti qualificano come «mirabile esempio d’architettura palazziale» di gran pregio la scala, ed Il portone in legno lavorato che si apre su una scalinata imperiale.

Vari i passaggi di proprietà. Gli Arcais prima lo cedettero al generale Poddighe i cui parenti lo cedettero alla famiglia Siviero. Da questi nel 1983 il palazzo è passato all’Amministrazione provinciale.