I costumi della Provincia
di Sassari

Sassari

Sassari è stato uno dei primi centri dell’isola in cui, nel secolo scorso, venne adottato da una vastissima fascia della popolazione il modo di vestire "alla piemontese" con ciò iniziò la scomparsa del costume antico.

Solo di recente è stata effettuata una ricostruzione di alcuni tipi di costumi sassaresi sulla base di una ricerca condotta dalla federazione culturale "S’iscola sarda", i cui risultati vennero pubblicati nell’agosto 1979. Vennero esaminate stampe e pubblicazioni prevalentemente datate intorno alla metà del diciannovesimo secolo.

                            

Il costume femminile è composto nelle linee essenziali, da sa caretta o s’iscuffia, cuffia di broccato bordeaux o panno rosso, nascosta da su veru di tulle, velo di cotone bianco; su faldharu, camicia di lino bianco con ampia scollatura; su cossu, busto di broccato grigio-perla, irrigidito con stecche di balena; su zipponi, giacca di velluto rosso scarlato; la gonna fadhetta, di orbace o di panno rosso scarlato con balzo di broccato; il grembiule su panneddu, di pizzo bianco a forme trapezioidale.

Il costume maschile presenta come caratteristica principale su cujpittu, corpetto di panno rosso scarlato, attillato, foderato di raso celeste e guarnito con gallone dorato, e su cugliettu, giustacuore di pelle indossato sopra il corpetto. Le altre parti del costume non si discostano per forma e fattura dagli altri costumi dell’isola, tranne che per la barretta a cecciu, copricapo di panno nero o orbace rettangolare, disposto a centri concentrici, mentre nella maggior parte dell’isola sa berritta viene indossata distesa.

Aggius

Il costume antico da sposa è caratterizzato dall’ampio scialle di seta "lu scialdu du capu"; il busto "lu cileccu" è di broccato blu a fiori rossi e il corpetto "la cammisgiola" di panno rosso con fodera viola e nera, le spalle ed il petto sono però nascoste da "lu scialdinu", piccolo scialle intrecciato sul davanti, fermato con una spilla d’oro e rimboccato in vita; la gonna "la faldetta" è di tibet nero con bordo rosso.

 

Un altro costume femminile "da gala dell’ottocento" a invece come tessuti predominanti il terziopel e l’orbace; il costume da vedova si distingue per "la cappitta", copricapo a forma di gonna che venne sostituito in seguito da "la ribucculata", una seconda gonna indossata normalmente e poi riposta sul capo.

Il costume maschile è caratterizzato dalla barretta, copricapo di panno nero o orbace; il gilè "lu cossu" è di panno nero, mentre la giacca "lu gabbanu" è di orbace nero con cappuccio.

Ala dei Sardi

Il costume da sposa è caratterizzato da su mucadoru, fazzoletto di tibet di lana color castagna, dal corsetto su corittu di panno rosso, dal busto su spettigliu di broccato rosso e dorato, irrigidito con telaio di giunco; dalla gonna sa unnedda di panno nero con balza ricamata; il grembiule su pannellu è di seta nera.

Il costume maschile ha invece un gilè su colpette di velluto granato davanti e nero dietro, ricamato sul petto con filo di seta.

Attualmente il costume viene indossato unicamente dai componenti il gruppo folcloristico durante le sagre paesane e le principali feste isolane.

Alghero

Il costume attuale è stato ricostruito nel 1975 dal gruppo folcloristico algherese Agrupacio Cultural i Folklorica Alguer '80, da modelli appartenenti al museo dei costumi spagnoli di Barcellona: si tratta dunque del caratteristico costume catalano (alcuni pezzi del costume arrivano direttamente dalla Spagna).

Il costume femminile è caratterizzato dal corpetto di velluto nero con collo e polsini di pizzo, dai lunghi guanti neri a rete, dalla retina nera di cotone che raccoglie i capelli, dalle scarpe di corda con lacci rossi, legate «alla schiava». nella vecchia versione.

 

SOPRA COSTUMI DI ORIGINE CASTIGLIANA

Nel costume maschile spicca il particolare copricapo di panno rosso o nero e la fusciacca in vita, anch'essa di panno rosso; le rimanenti parti del costume vengono confezionate con panno nero e tela bianca,nella vecchia versione del costume di Alghero,modificata dal nuovo costume e docum.

COSTUME DI ALGHERO FRUTTO DI RICERCHE

RICONOSCIUTO DAL COMUNE DI ALGHERO

REALIZZATO DALLA SARTORIA BRIGIDA LANGELLA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GRUPPO FOLK "CITTA' DI ALGHERO PORTA D'ORO"

 

Bonnanaro

Le stoffe predominanti del costume da sposa sono il panno rosso per la gonna e nero per il grembiule e il terziopel usato per la confezione de su corittu, la giacca; sul capo si indossa su velu, velo bianco di tulle.

                      

Il costume da signorina, di cui esiste in paese un solo esemplare che risalirebbe al settecento, si distingue dal precedente per la gonna di orbace, per su mucaloru, fazzoletto di seta stampata e per s'imbustu, busto di broccato bianco con fiori. Il costume maschile è caratterizzato dal gilè su cosso di velluto nero e da su gabbanu, giacca di orbace; le rimanenti parti vengono confezionate con panno nero, orbace e tela bianca.

Bono

A Bono il costume si è conservato sostanzialmente simile a quello descritto nei documenti citati. Attualmente viene indossato principalmente durante le feste paesane.

Tuttavia si può ancora incontrare qualche anziana vedova che lo indossa quotidianamente. Il costume femminile ha come elemento caratteristico sa tiazola, benda di tela bianca che circonda il viso e viene fermata con spilli; la sposa in particolare indossa su corittu, corpetto di panno rosso con rifiniture a fiori e s'imbustu, busto di velluto scuro e ricami in oro.

              

La gonna, originariamente di orbace nero, ora viene confezionata con panno; il grembiule è di raso. Il costume maschile ha il gilè di panno nero o azzurro (anticamente di orbace rosso vino); Le altre parti vengono confezionate con panno o orbace nero e con tela bianca.

Bonorva

Il costume femminile è caratterizzato da su corittu, corpetto di velluto nero ricamato, molto corto e bordato con frange di filo d'oro; sotto su corittu si indossa s'imbustu, busto di broccato e seta irrigidito con un telaio elastico di stecche di palma nana; la gonna è di panno rosso, mentre grembiule e fazzoletto sono di seta color crema.

   

L'attuale costume maschile da sposo si differenzia da quelli descritti nei documenti d'epoca soprattutto per la presenza de sa zimarra, giacca rossa con vistose guarnizioni di velluto blu o nero, perline, trine argentate ricami; al posto de sa zimarra veniva indossato un tempo su cappottino di orbace nero con cappuccio e su cullette, gilè di panno nero.

Buddusò

Il costume da sposa è caratterizzato da su sciallu, ampio scialle di seta stampata; il busto, su giustinu, di panno scuro, è irrigidito con telaio di stecche di giunco; sopra si indossa su corittu, corpetto di panno rosso ricamato oppure su gippone di panno nero; la gonna è di panno nero con balza di terziopel, ma le anziane la ricordano di orbace rosso.

    

Il gilè del costume maschile s'oroppadu è ricordato per lo più di velluto verde o nero; ora è di velluto blu o nero con bordo rosso.

Codrongianus

Baldassarre Luciano così descrive il costume femminile raffigurato nella litografia del suo volume: «Nudi i piedi e le braccia, veston le donne un corto giubbettino senza maniche e copronsi il capo e le spalle con un largo pannolino allacciato sotto il manto». Il fazzoletto sul capo appare verde mentre il busto, molto attillato, azzurro con bordi rossi; la gonna è rossa con balza azzurra, ed il grembiule bianco.

L'attuale gonna, è di due tipi: di panno nero con balza ricamata e plissettata in vita,oppure di panno nero con balza rossa. Semplicissimo il costume maschile di panno e orbace.

Cossoine

Il costume da sposa è caratterizzato dalle frange di filo d'oro che bordano su corittu, corpetto di velluto viola o nero ricamato: la gonna è di panno nero con balza di terziopel, ma le anziane la ricordano di orbace rosso. I tessuti del costume maschile antico sono l'orbace per sa barritta, sa munnedduzza, le ghette e su cappottino, la tela bianca di cotone per la camicia e i calzoni, il panno nero per il gilè su colpette.

  

Più recente è un altro costume maschile con berritta di orbace nero, camicia di tela bianca semplice e corpetto di orbace nero a maniche lunghe: quest’ultimo modello è privo del gabbanu di panno rosso, sostituto da un semplice cappottino di orbace con cappuccio.

Ittiri

Quello femminile è uno dei costumi più conosciuti dell'Isola, forse anche perché fra i più ricchi. Spiccano senz'altro la quantità e le dimensioni dei gioielli che lo adornano, oltre al particolare copricapo a forma di gonna (per la vedova) usato prevalente-mente nel sassarese; nel costume da sposa su tullo il velo bianco, e su corittu, corpetto di velluto finissimo, con busto rigido e gonna di panno: particolarmente vistosi i gioielli al collo e nelle maniche del corpetto.

 

Attualmente al posto del gonnellino Ragas, calzoni bianchi e ghette di orbace, l’uomo indossa i pantaloni lunghi di orbace; spicca in oltre nel costume maschile su cosso ruggio, gilè di velluto rosso.

Giave

L'attuale costume è stato ricostruito dal gruppo folcloristico nel 1982 sulla base di descrizioni degli anziani raccolte in paese, e grazie al ritrovamento di parecchi pezzi originali. Probabilmente scomparve prima il costume femminile: in paese sono ancora ricordati gli ultimi vecchi che vestivano completamente «alla sarda» intorno al 1915.

 

Fino a pochi anni fa, era invece possibile incontrare qualche anziano che ancora indossava sa berritta, sa camisgia e sa camisgiola. Si ricorda per il costume femminile l'uso di una gonna di orbace bianco; ora la gonna viene confezionata con panno di lana nero; spicca su mucaloru 'e tullu, velo bianco di tulle, s'imbustu, busto rigido di broccato e su corittu di velluto nero ricamato. Il costume maschile è caratterizzato da sa zamarra, gilè di velluto nero.

Olbia

Completamente scomparsi dall'uso comune da almeno sessant'anni, i costumi di Olbia sono stati ricostruiti solo di recente (1976) grazie all'interessamento di alcuni appassionati. Del costume femminile sono stati rinvenuti vari pezzi originali che hanno permesso il rifacimento dei diversi tipi (da sposa, da signora, detto de femina manna, da signorina e da vedova) ricordati dagli anziani. I costumi maschili ricostruiti sono quelli da carrolante, da possidente e giornaliero, assai simili tra loro.

 

Quello da sposa si distingue per s' iscialle, fazzoletto di seta color crema su corittu, busto di panno grigio come la gonna e su zippone, giacca di raso azzurro; il costume da signora è caratterizzato invece da sa cappitta, copricapo a forma di gonna, di raso viola a fiori neri. Quello da signorina viene confezionato principalmente con raso verde scuro a fiori rossi e velluto color vinaccia.

Osilo

Documentato e descritto in tutte le raccolte e opere citate, è tra i più belli e variopinti della zona. Riportiamo, tra le tante, la descrizione di Della Marmora da «Viaggio in Sardegna»: «... il più bel costume di questo genere è quello che portano le donne del villaggio d'Osilo i giorni di festa: s'immagini un vestito completo di panno scarlatto, le maniche aperte sul lato interno per quasi tutta la loro lunghezza, in modo da far vedere una camicia bianca, fine e ben pieghettata. Queste maniche sono guarnite, lungo tutto l'avambraccio, da una serie di occhielli di galone d'argento fino con grossi bottoni a sonagli, pure d'argento; una gonna con moltissime pieghette, che chiude una figura slanciata ed è guarnita alla base da un nastro largo rosa: un velo di battista che avvolge con grazia i due lati, la metà inferiore del viso e tutta la gola; sopra questo velo trasparente è posto un pezzo di panno triangolare scarlatto, come il giustocore e la gonna e guarnito pure in giro d'un nastro rosa...».

Il costume da sposa attualmente indossato, che ritroviamo anche nel volume «Costumi sardi» di Carta Raspi, è caratterizzato da sa cappitta, manto di velluto rosso con cornice di raso bianco ricamato; il corpetto su gruppittu è di velluto rosso e il busto s'imbustu di raso bianco ricamato, irrigidito con telaio di stecche di palma; la gonna è di velluto rosso con balza di raso bianco ricamato.  Gilè su cosso di panno nero con piccoli bottoni neri disposti a "V" e ragas di panno per costume maschile.

Ossi

Il costume antico da sposa che è arrivato fino a noi è caratterizzato, come tutti quelli della provincia, da un busto irrigidito con stecche e chiuso davanti con un nastro incrociato.

La stoffa predominante è il terziopel, usata per su corrittu (la giacca), e su pannettu (il grembiule); la gonna è di panno rosso o nero. Il costume maschile si distingue per il gilè su cossu di velluto nero o panno rosso; le rimanenti parti vengono confezionate con orbace nero e tela bianca.

Ozieri

Nel costume femminile di tutti i giorni i colori predominanti sono il marrone, il rosso, il grigio tra i quali spicca il bianco della camicia; il busto s'imbustu chiude sul davanti con un laccio di raso rosso che incrociandosi passa in asole.

   

Il costume femminile da gala, serio ed elegante, si caratterizza per su mantu, manto di seta nera o taffettà, indossato sul capo, che contrasta col chiaro fazzoletto di seta che circonda il viso; le rimanenti parti del costume vengono confezionate con seta o raso nero: manca la camicia. La giacca del costume maschile viene confezionata con terziopel liscio verde; ma a volte anche azzurro o rosso. Ritroviamo i costumi di Ozieri nelle tavole della collezione Luzzietti e del Buon Umore.

Pattada

Il costume femminile denominato su corrittu è caratterizzato dal grande fazzoletto di seta fiorita su mucaloru 'e conca, posto sopra un altro piccolo fazzoletto su mucaloru 'e sutta che passa sotto la gola e si lega dietro la nuca. Le stoffe usate sono il broccato ed: il panno nero. Quello femminile detto «su mantu» è invece confezionato con seta e tibet nero; le sue uniche guarnizioni sono il broccato nero, le frange nei collo della giacca e le perline lucide nei bordi.

  

Caratteristica del costume maschile è su corittu, corpetto di velluto rosso granato sopra il quale si indossa sa zimarra, gilè di panno nero con vistose guarnizioni rosse dorate.

Santa Teresa di Gallura

Centro di recente fondazione (1808), S. Teresa ha i suoi costumi, grazie alla ricostruzione operata agli inizi degli anni 70, per iniziativa di alcuni appassionati che hanno dato vita al locale gruppo folcloristico: perciò i materiali usati e la foggia si avvicinano solamente a quelli tradizionali del secolo scorso.

I colori predominanti sono il blu, il rosso, il bianco; le stoffe usate sono il panno e la tela.

Sennori

Nel volume «Costumi sardi» di Carta Raspi è raffigurato un costume molto simile a quello attuale, caratterizzato da tre fazzoletti sul capo, dal ricchissimo corpetto su coipittu ricamato a filo d'oro e da su soltigliu, busto indossato sopra il corpetto, irrigidito da un telaio di stecche; le stoffe usate sono la tela, il terziopel liscio, il panno, la seta; i colori che spiccano sono il bianco, il celeste, il nero, il rosso, il dorato.

   

Tessuti predominanti del costume maschile sono il velluto rosso per sa camisciola giacca a doppio petto guarnita con trina dorata, il panno nero e la tela di cotone.

Tempio Pausania

Il costume femminile attualmente usato dai gruppi folcloristici risale alla fine nell'Ottocento ma non è, come si potrebbe pensare, un costume da vedova: è derivato da un precedente costume, verde o azzurro chiaro, di cui ricalca il disegno. Fu confezionato con stoffe nere perché ritenuto più elegante «alla moda del continente»: era il costume delle donne appartenenti ai ceti sociali più elevati. Il velo bianco di pizzo che circonda il viso e copre la gola e il petto contrasta piacevolmente col resto del vestito: sopra si indossa sa cappitta o sa faldetta, una seconda gonna che viene adoperata come copricapo, rigirandola sulle spalle fino ad incorniciare il viso e coprire il busto.

  

Nel costume maschile indossato attualmente dai componenti il gruppo folcloristico spicca su cansciu, gilè di panno rosso per i giovani, nero per gli anziani. Sa berritta, ora di panno nero, era rossa o violetta per i giovani, nera per gli anziani; d'inverno si portava su gabbanu, giacca nera; che per il matrimonio aveva i risvolti color cremisi.

Uri

Il costume femminile ha come tessuti predominanti il terziopel, il panno nero e la seta. Sul capo si indossano due fazzoletti, uno legato a contatto coi capelli e uno sciolto su mancaloru ipartu di seta bianca traforata.

Spicca inoltre s'imbustu che presenta un particolare ricamo sul petto detto sa tranchera. Il costume di tutti i giorni è invece confezionato con stoffe semplici. Quello maschile è costituito dal gilè di panno nero, dal cappottino e dai pantaloni lunghi di orbace nero.

Villanova Monteleone

I tessuti usati per la confezione del costume da sposa sono il panno della gonna sa unnedda e della giacca su corittu, il tulle del grembiule sa falda e del velo su mucaloru. Il busto è, come quelli del circondario, irrigidito da un telaio di stecche; colori predominanti sono il rosso e il bianco.

Il costume maschile spicca per il gilè su corittu, di panno rosso davanti e nero dietro.